L’evoluzione del credito al consumo

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Come rivelano le numerose rilevazioni CRIF, condotte periodicamente, il settore del credito al consumo è in continua espansione. Roberto Martello, direttore della filiale di Treviso di CREDEM Banca, giustifica questo andamento positivo della curva dei prestiti con un cambio generazionale di abitudini. Si starebbe assistendo, dunque, ad una fase di evoluzione del credito al consumo. Ma, quali sono le cause e le evidenze di queste dinamiche?

Questa guida è pensata per dare una risposta a questa domanda dalla prospettiva di un esperto del settore finanziario.

Non solo verranno gettate le basi per descrivere la recente trasformazione delle abitudini degli italiani in relazione alla richiesta di credito, ma verrà descritta la composizione dell’attuale platea di richiedenti e come i requisiti per avere accesso a questi prodotti di tendenza siano diventati sempre più stringenti.

Credito al consumo: richiedenti in costante aumento

L’esperienza quasi ventennale di Roberto mostra una richiesta costante di prestiti personali, finanziamenti e mutui da parte dei suoi clienti. In particolare, questa richiesta è caratterizzata da una curva con flessione positiva. “Di fatto, ciò è valido sia per clienti facoltosi che per clienti in ristrettezza finanziaria”, a detta dell’esperto. Infatti, il direttore di banca riporta la preferenza dei propri clienti nell’affrontare le spese dilazionando i pagamenti con il rimborso di una rata mensile, piuttosto che ricorrendo direttamente alla propria liquidità.

Il cambiamento è evidente facendo un confronto con le abitudini di spesa della generazione del secondo dopo guerra e quelle successive. Per i nostri padri, i nostri nonni, o i nostri bisnonni era una consuetudine sostenere la spesa per l’acquisto di un bene o un servizio con i risparmi di una vita. Al contrario, al giorno d’oggi, la mentalità dell’italiano medio non è più basata sul risparmio, bensì sull’acquisto impulsivo, indipendentemente dalla capacità finanziaria personale.

Roberto Martello - Responsabile di filiale CREDEM Banca

Questo, a parer suo, si traduce in una propensione alla richiesta di credito, per concedersi nell’immediato l’oggetto o il servizio desiderato.

Da quale pubblico sono richiesti principalmente i prodotti del credito al consumo?

In generale, le richieste sono inoltrate da individui appartenenti a tutte le fasce d’età, con una predominanza di anziani nell’ambito delle cessioni del quinto. “In particolare, la platea dei richiedenti è composta maggiormente da stranieri arrivati in Italia da poco tempo, che necessitano di liquidità nell’immediato”, spiega Roberto.

I non residenti o neo-residenti sono i primi richiedenti che si propongono in filiale per un prestito.

Infatti, la sempre crescente domanda di prestiti deriva:

  • sia da un cambio di abitudini;

  • ma anche da un cambiamento nella composizione della clientela richiedente.

La globalizzazione ha contribuito ad accrescere il numero di immigrati nel Paese, comportando una maggiore richiesta di concessione del credito da parte di questa fetta della popolazione, spesso superando quella avanzata dai residenti in Italia.

Le forti spinte immigratorie hanno, dunque, alimentato quello che il direttore di banca Credem definisce un “nuovo business”, rivolto ad un pubblico diverso da quello che era tradizionalmente interessato alla richiesta di un prestito.

I parametri rigidi che gli istituti finanziari devono rispettare per concedere il credito

In seguito alla crisi del 2008, concedere credito ai propri clienti è sempre più difficile.

Roberto Martello - Responsabile di filiale CREDEM Banca

Negli anni, i parametri che gli istituti di credito devono rispettare per poter emettere i prestiti o i mutui richiesti sono diventati sempre più rigidi.

Come riporta il nostro esperto, i principali indicatori a cui le banche, o finanziarie, fanno riferimento al momento della valutazione dell’affidabilità creditizia sono due:

  • la busta paga (o il cedolino della pensione);

  • le banche dati CRIF.

“Nel concedere un prestito, la banca, e con essa anche io, cerca di fare una previsione del futuro del cliente, valutando il suo passato, interrogando CRIF, e il suo presente, analizzando le entrate”. Per questo motivo, solitamente, i clienti giovani e stranieri di Roberto hanno maggiori difficoltà nell’ottenimento di un prestito, a causa:

  • della mancanza di una cronologia finanziaria passata;

  • di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, dato il recente ingresso nel mondo del lavoro.

L’analisi della situazione finanziaria del cliente si basa su dei dettami secondo cui il reddito deve rispettare dei minimi (corrispondenti alle soglie di povertà ISTAT), che variano in base alla zona d’Italia di residenza del cliente.

Essendo la penisola caratterizzata da gravi disomogeneità nella distribuzione della ricchezza, è fondamentale la valutazione dell’aspetto reddituale a seconda che il cliente risieda al Nord, Centro o Sud Italia.

Come si traduce ciò?

Roberto riporta l’esempio di uno dei casi reddituali più comuni nella richiesta di credito, per spiegare come il minimo reddituale influenzi la concessione di credito da parte di un istituto di credito.

“Si pensi ad un nucleo familiare composto da quattro persone e risiedente al Nord Italia. L’unica entrata di 2300€ è assicurata dal padre che ha un contratto a tempo indeterminato, mentre la madre è casalinga e si occupa a tempo pieno dei figli di 2 e 5 anni. Il reddito minimo per ottenere un prestito al Nord Italia è pari a 2150€. Questo significa che alla famiglia in analisi restano circa 150€ per coprire le spese di una rata di rimborso di un prestito. Tuttavia, l’esperienza ha insegnato al direttore di Banca Credem che, quasi sicuramente, questa famiglia sta pagando, prima di tutto, la rata di un mutuo o un affitto. Dunque, risulterà molto difficile trovare spazio in quei 150€ di differenza dalla soglia minima per coprire la spesa di una rata per un prestito extra, come ad esempio la rata per il finanziamento di un’automobile. Questo è il caso in cui, per ottenere comunque il prestito, è necessario presentare un garante, che si accolli la spesa nel caso di difficoltà di rientro. La situazione, anche in questo caso, non è semplice come sembra. Infatti, anche il garante ha un requisito minimo di stipendio, pari a 900€.”

Come emerge da questo caso, “gli istituti di credito sono protetti dal caso di inadempienza del cliente da numerosi requisiti minimi”. Solo grazie ad essi, banche e finanziarie decidono di prendersi i rischi associati alla concessione di credito.

Una considerazione finale sul credito al consumo

Nonostante le difficoltà che si possono incontrare nella richiesta di prestito, oggigiorno si assiste ad un andamento significativamente positivo per la richiesta di prodotti rientranti nella categoria del credito al consumo. Questo dimostra la volontà e la necessità dei clienti di richiedere credito extra, indipendentemente dalle pratiche necessarie al suo ottenimento.

Dunque, è bene non farsi spaventare dai requisiti a prima vista stringenti, poiché sono semplicemente delle garanzie che la banca richiede “per avere fiducia nel rientro delle rate da parte del cliente”, come sottolinea il nostro esperto.

L’importante è essere trasparenti e dichiarare la verità

Roberto Martello - Responsabile di filiale CREDEM Banca

In questo modo, non vi saranno particolari ostacoli per nessuno nell’ottenimento del prodotto scelto.

Autore:
Annamaria Malvestio
Annamaria Malvestio
Assistente al Marketing

Annamaria Malvestio al momento sta studiando Finanza presso la Southern Denmark University. Ha iniziato la sua carriera nella finanza in Credem Banca ed attualmente è Junior Financial Analyst presso Intelligent Banker, dove aiuta i clienti a prendere scelte finanziarie intelligenti.

Coautore:
Roberto Martello
Roberto Martello
Responsabile di Filiale

Roberto Martello è direttore di banca presso la filiale di Treviso di Credem Banca. Si è laureato nel 2003 presso l’Università degli Studi di Padova e dal 2007 lavora in Credem Banca, dove è cresciuto professionalmente fino a diventare responsabile di filiale per 5 anni consecutivi.

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